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Il Coronavirus e il danno che sta creando all’economia e alla società

Avendo in gran parte ignorato il coronavirus ( nome scentifico Covid-19) mentre si diffondeva in tutta la Cina, i mercati finanziari globali hanno reagito fortemente la scorsa settimana quando il virus si è diffuso in Europa ed in Medio Oriente, alimentando i timori di una pandemia globale.

Da allora, i rischi del Covid-19 sono stati valutati in modo così aggressivo in varie classi di attività che alcuni temono che una recessione nell’economia globale possa essere una conclusione scontata, il che significherebbe una nuova crisi mondiale.

Nelle nostre conversazioni, i leader aziendali si chiedono se il calo del mercato segnali davvero una recessione, quanto sia grave una recessione Covid-19, quali sono gli scenari per la crescita e la ripresa e se ci sarà un impatto strutturale duraturo dalla crisi in atto.

Dobbiamo invece esaminare con attenzione i segnali del mercato in tutte le classi di attività, i modelli di recessione e di ripresa, nonché la storia di epidemie e shock, per raccogliere spunti sulla strada da percorrere.

Per le persone che hanno oltre 60 anni il corona virus e il panico generale creatosi non è assolutamente nulla di nuovo, abbiamo avuto una situazione simile anche 50 anni fa, la principale differenza era che non esistendo i mass media come gli conosciamo oggi il panico generale era più contenuto.

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Il brutale calo della settimana scorsa nei mercati finanziari globali potrebbe indicare che l’economia mondiale sia sulla strada della recessione. Le valutazioni delle attività sicure sono aumentate drasticamente, con il premio a termine sui titoli di stato statunitensi a lunga scadenza che sono scesi ai minimi quasi record a 116 punti base negativi – ecco quanto gli investitori sono disposti a pagare per il porto sicuro del debito pubblico degli Stati Uniti. Di conseguenza, i modelli meccanici di rischio di recessione sono aumentati.

Tuttavia, uno sguardo più attento rivela che una recessione non dovrebbe essere vista come una conclusione così scontata.

Prendere le valutazioni delle attività a rischio, dove l’impatto di Covid-19 non è stato uniforme. Sul lato positivo, gli spread del credito sono aumentati poco, suggerendo che i mercati del credito non prevedono ancora problemi di finanziamento. Le valutazioni azionarie sono notevolmente diminuite rispetto ai massimi recenti, ma va notato che sono ancora elevate rispetto alla loro storia a più lungo termine. La volatilità ha segnalato la maggiore tensione, mettendo a intermittenza la volatilità implicita del prossimo mese alla pari con una delle principali dislocazioni degli ultimi 30 anni, al di fuori della crisi finanziaria globale.

Mentre i mercati finanziari sono un indicatore di recessione rilevante, la storia dimostra che i mercati al ribasso e le recessioni non dovrebbero essere automaticamente integrati. In realtà, la sovrapposizione riguarda solo due mercati su tre – in altre parole, uno su tre mercati. Negli ultimi 100 anni abbiamo contato sette di questi casi in cui i mercati al ribasso non coincidevano con le recessioni.

Non vi è dubbio che i mercati finanziari ora attribuiscono un notevole potenziale dirompente a Covid-19 e che tali rischi sono reali. Ma le variazioni nelle valutazioni delle attività sottolineano la significativa incertezza che circonda questa epidemia e la storia ci mette in guardia dal tracciare una linea retta tra le vendite sui mercati finanziari e l’economia reale.

Come sarebbe una recessione indotta da Covid-19?

Sebbene il sentimento del mercato possa essere fuorviante, il rischio di recessione è reale. La vulnerabilità delle principali economie, compresa l’economia degli Stati Uniti, è aumentata poiché la crescita è rallentata e le espansioni di vari paesi sono ora meno in grado di assorbire gli shock. In effetti, uno shock esogeno che ha colpito l’economia degli Stati Uniti in un momento di vulnerabilità è stato lo scenario recessivo più plausibile per qualche tempo.

Ma ora basta parlare di economia, parliamo di società!

Credo sia evidente che la situazione sia veramente difficile ma il vero problema non è il Coronavirus, ma lo shock ed il panico che si sta generando tra le persone.

Da supermercati completamente ripuliti e presi d’assedio come se stesse per arrivare la terza guerra mondiale, a casi non isolati di razzismo e paura verso la china e non solo.

La situazione si sta facendo molto difficile, oltre a questi problemi, i social media stanno fomentando la paura, in maniera eccessiva, non si tratta di peste nera, si tratta di un’influenza particolarmente virale.

Delle persone morte per il corona virus il 90% aveva più di 60 anni e aveva almeno un altra patologia cronica o fisica che comportava una forte debolezza contro un virus come il Covid-19.

Non ci sono stati morti tra bambini ne giovani adulti.

La mortalità aumenta in relazione all’età, quindi anziani STATE ATTENTI!

Abbiamo anche voli bloccati, che non ci permettono di viaggiare o di muoverci facilmente sulla nostra stessa nazione.

All’estero ci guardano come se stessimo trasportando la peste bubbonica, e anche li sono iniziati gli atti di vandalismo gratuito verso gli italiani.

Voi cosa ne pensate?

Stanno esagerando o è tutto giustificato?

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